C’è una parola che guida il nostro modo di essere come Associazione Fotografica Tempo e Diaframma APS: CONDIVISIONE. Crediamo nel lavoro di gruppo, nel fare rete, nella collaborazione tra persone e realtà diverse. Crediamo che quando i valori si mettono in circolo, generano risultati concreti. E oggi ne abbiamo avuto una bellissima conferma.
Con grande emozione abbiamo appreso che il Comune di Bologna ha accolto la proposta, nata durante una nostra serata organizzata insieme ad Emanuele Grieco in cui si è dato avvio ad una raccolta di firme, per chiedere di intitolare un luogo della città al fotografo Enrico Pasquali (1923–2004). Nessuno come lui ha saputo raccontare Bologna e la sua provincia, dagli anni Cinquanta fino agli inizi degli anni Duemila. Un patrimonio immenso: la Cineteca di Bologna conserva ben 500.000 suoi scatti, testimonianze preziose della vita quotidiana, del lavoro, della cultura e dei cambiamenti sociali nel nostro territorio.
Tutto è partito da una serata speciale: l’8 novembre 2024, nel centenario della nascita e nel ventennale della morte di Pasquali, abbiamo organizzato — insieme a Emanuele Grieco, Lorell Grossi, Mario Cerè, Gabriele Fiolo e Sergio Vegetti, una serata a lui dedicata.
L’incontro si è svolto presso la Casa di Quartiere “Casa del Gufo” a Bologna e ha visto una numerosa partecipazione di appassionati e studiosi. Oltre alla presenza toccante dei figli di Pasquali, sono intervenuti Emanuele Grieco, con la proiezione di immagini tratte dal suo libro “C’era una volta un popolo“, e Lorella Grossi e Mario Cerè, che hanno approfondito l’opera e la sensibilità del fotografo attraverso il volume Enrico Pasquali “Uno sguardo sulla sua terra“. L’incontro è stato anche un momento di intensa riflessione sulla fotografia come strumento di memoria e testimonianza umana.
Proprio da quella serata è nata l’idea di una raccolta firme, una petizione per chiedere al Comune di intitolare a Enrico Pasquali un luogo della città. È stato Emanuele Grieco a consegnare formalmente la domanda: un gesto importante, che oggi trova il suo compimento. La Commissione Toponomastica del Comune di Bologna ha infatti deliberato l’intitolazione del Passaggio che congiunge via dell’Arcoveggio con via Luciano Proni a Enrico Pasquali. Una scelta quanto mai coerente, poiché proprio in quella zona la Cineteca di Bologna ha recentemente trasferito la nuova sede del suo Archivio fotografico.
Questa vittoria non è solo un omaggio al grande fotografo bolognese, ma è anche la prova concreta che fare rete funziona, che quando si collabora con passione, rispetto e spirito di comunità, i risultati arrivano.
Chi era Enrico Pasquali
Enrico Pasquali (1923–2004), nato a Castel Guelfo di Bologna, è stato uno dei più straordinari fotografi documentaristi del Novecento. È considerato un importante esponente del Neorealismo italiano e della fotografia umanistica, capace di raccontare l’essenza e la dignità dell’essere umano attraverso le sue immagini.
Tra i suoi progetti più noti spicca il reportage sul cantiere del Canale Emiliano Romagnolo, realizzato tra gli anni ’50 e ’80: un lavoro che, oltre al valore estetico e documentaristico, conserva oggi un’importanza storica cruciale per la memoria del territorio.
Un patrimonio per la città
Il suo immenso archivio — oltre 500.000 tra negativi, stampe e diapositive — è oggi custodito e valorizzato dalla Cineteca di Bologna, che si occupa della digitalizzazione e catalogazione delle sue opere. Parte di questo patrimonio è consultabile online:
- Archivio Enrico Pasquali – Cineteca di Bologna
- Progetto “Fotografia come memoria” – Fotografiapasquali.it
Un grazie condiviso
A nome dell’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma APS, vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato: Emanuele Grieco, Lorella Grossi, Mario Cerè, Gabriele Fiolo, Sergio Vegetti, e in particolare Sonia e Massimo Pasquali, che con la loro presenza e le loro testimonianze hanno arricchito e reso ancora più significativa questa iniziativa.
Credere nella condivisione, nella rete, nella forza dei legami umani e culturali: questa è la nostra visione. E oggi possiamo dire, con orgoglio, che ha portato frutto.