In occasione del centenario della nascita e del ventesimo anniversario della scomparsa di Enrico Pasquali, l’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma APS ha invitato i soci e gli appassionati di fotografia ad una serata speciale dedicata a questo straordinario fotografo.
L’iniziativa si è svolta venerdì 8 novembre presso la Casa di Quartiere “Casa del Gufo” a Bologna e ha visto una sentita partecipazione di appassionati, fotografi e studiosi della cultura visiva. La presenza dei figli di Enrico Pasquali, ha portato una testimonianza preziosa e personale che ha saputo regalare ai presenti profonde emozioni. La serata è stata anche l’occasione per lanciare una raccolta di firme con l’obiettivo di intitolare a Pasquali un giardino della città di Bologna, un gesto simbolico per onorare la memoria e l’eredità del grande fotografo.
Gli interventi speciali
La serata si è aperta con Emanuele Grieco, autore di “C’era una volta un popolo”, libro omaggiato ai presenti, che ha proposto una toccante presentazione delle immagini più emblematiche di Pasquali. Ogni fotografia, proiettata sullo schermo, ha narrato un pezzo di storia e ha lasciato il pubblico immerso in un silenzio intimo, come se il tempo si fosse fermato per permettere a ciascuno di riflettere sull’opera del maestro. La presentazione ha offerto una visione dettagliata dell’opera di Pasquali, svelando la profondità del suo sguardo e la sua capacità di catturare l’essenza di una realtà lontana nel tempo ma ancora vivida.
La serata è stata arricchita poi dagli interventi di Lorella Grossi e Mario Cerè, autori del libro “Enrico Pasquali – Uno sguardo sulla sua terra”: con un viaggio visivo nelle campagne e nei borghi dell’Emilia, Grossi e Cerè hanno rievocato la straordinaria sensibilità di Pasquali, la sua capacità di valorizzare la vita rurale e di ritrarre con autenticità le persone del mondo contadino. Pasquali era in grado di catturare, con immagini intense, la bellezza e la dignità delle persone comuni, trasmettendo allo spettatore la forza di uno sguardo che era allo stesso tempo empatico e acuto. Durante il loro intervento, i due autori hanno evidenziato come Pasquali fosse non solo un documentarista, ma un narratore di storie profonde e autentiche, descrivendo come si immergesse nella realtà dei soggetti per creare un legame di fiducia che si riflette nelle sue fotografie e come riuscisse a dare voce a una società in evoluzione, in cui i valori delle piccole comunità e della famiglia erano ancora pilastri fondamentali.
L’eredità di Enrico Pasquali: tra Neorealismo e Fotografia Umanistica
Enrico Pasquali (1923-2004), nato a Castel Guelfo di Bologna, è ricordato non solo come uno dei principali rappresentanti del Neorealismo italiano, ma anche per la sua sensibilità umanistica. Le sue fotografie, che raccontano storie di persone semplici e umili, lo avvicinano alla fotografia umanistica, corrente che mira a esprimere l’essenza e la dignità dell’essere umano. Il suo lavoro si concentra particolarmente sul territorio bolognese, che ha saputo ritrarre con uno sguardo attento e rispettoso, ottenendo anche riconoscimenti internazionali.
Tra i suoi progetti più rilevanti spicca il reportage sul cantiere del Canale Emiliano Romagnolo, realizzato tra gli anni ’50 e ’80. Le fotografie di questo lavoro non solo catturano il processo di costruzione di una grande infrastruttura, documentando non solo l’opera tecnica e il progresso dell’epoca, ma anche il sacrificio e l’impegno di chi vi lavorava e rendendo omaggio alla forza e alla resilienza della popolazione emiliana, ma rivestono oggi un valore documentario cruciale per la gestione delle risorse idriche nel territorio regionale, rappresentando un patrimonio visivo di grande importanza storica e tecnica.
Il ricordo personale e familiare di Enrico Pasquali
Il momento più toccante è stato il racconto dei figli di Enrico Pasquali, che hanno offerto al pubblico un quadro completo della vita familiare del fotografo. Con aneddoti e ricordi personali, hanno svelato un lato più intimo e familiare di Pasquali, permettendo a tutti di scoprire l’uomo dietro l’obiettivo. Questa testimonianza ha arricchito la serata, completando il ritratto a 360° di un artista che ha segnato profondamente il Neorealismo italiano e ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva.
Un ringraziamento speciale
L’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma APS desidera ringraziare di cuore Emanuele Grieco, Lorella Grossi, Mario Cerè, Sonia e Massimo Pasquali per il loro prezioso contributo, aiutando a mantenere viva la memoria di Enrico Pasquali. La serata dedicata a Pasquali ha permesso a tutti i partecipanti di riscoprire l’anima di un’Italia lontana nel tempo ma vicina nel cuore, in un momento di riflessione, scoperta e condivisione che resterà nella memoria di chi ha avuto il privilegio di partecipare.
Foto di copertina di Luisa Poggi