“Ogni fotografia è un contenitore di tante storie. Oltre quelle relative al soggetto rappresentato, alle vicende dell’autore e alle situazioni in cui è stata realizzata, si aggiungono le storie che quella fotografia incontra nel suo percorso nel mondo. Durante la serata la storia della fotografia italiana viene raccontata a partire da alcune fotografie che hanno segnato in vario modo dei momenti della nostra storia e della nostra cultura.”

Ogni fotografia ha il proprio bagaglio di storie. La storia dell’autore che l’ha realizzata, la storia del soggetto fotografato, la storia di chi la guarda, la storia che si origina dopo che l’immagine è stata vista. Massimo Agus, con i suoi racconti ci ha fatto rivivere le storie di alcune immagini che hanno segnato un’epoca. Dai ritratti di Garibaldi, che immediatamente ha capito la grande funzione comunicativa della fotografia, alla prima storia-reportage dell’eruzione del Vesuvio. Dalla creazione di un’icona fotografica per trasmettere il “messaggio” voluto della fattucchiera di Colobraro, alla determinazione di Giorgio Lotti nel voler essere “dentro la storia” dell’alluvione di Firenze. Dall’origine dei paparazzi e lo scandalo dello spogliarello di Nanà, da cui fu ripresa anche una storia nel film “La dolce vita” di Fellini, alla forza comunicativa delle immagini scattate nei manicomi, che con il loro forte impatto emotivo, hanno sicuramente aiutato l’entrata in vigore della Legge180/78, detta Legge Basaglia. Infine, la forza narrativa di Tano D’Amico, con la sua capacità di raccontare un evento, attraverso la storia delle persone che ne fanno parte. Questo e tanto altro è stato esposto, in maniera accurata e coinvolgente ai soci dell’ Associazione Fotografica Tempo e Diaframma nella serata “Storie di fotografie italiane” a cura di Massimo Agus, docente FIAF.
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